martedì, luglio 04, 2006

Nonostante l'avversione di Sandro per le favole...

Nonostante l’avversione di Sandro per le favole, uno dei primi doni che gli feci fu, appunto una favola, la favola di un gabbiano. Una favola moderna, in realtà. A me è sempre piaciuto molto leggere e volevo trasfondere in lui questo mio bisogno di conoscenza, sempre e comunque. Il dono fu talmente gradito che ne seguirono altri ed altri ancora, fino a che iniziai a comporre io stessa delle favole, proponendogliele di volta in volta per e-mail. Chissà se il mio caro amore si ricorda ancora de… “I Signori del Destino”! Era una lettera, in realtà e siccome non ne ho serbate molte delle mie, dato che la casella di posta elettronica di Sandro non permetteva questa opzione, per la legge delle pari opportunità, chi legge dovrà pazientare e sopportare anche la mia corrispondenza!

Interno una scala a chiocciola sale vorticosamente... i gradini sembrano non terminare mai e portano in alto, più su del cielo. Continuo a salire, ma non faccio il minimo sforzo. Passano i secondi i minuti le ore… Salgo, continuo a salire senza soluzione di continuità e mentre salgo penso e ripenso.. tu, io, noi.. quello che siamo ora e quello che siamo stati, ciò che forse non saremo mai e ciò che avremmo potuto essere…

Il giorno e la notte si confondono in una luce inesausta, continuo a salire e pensare… sogno, mi incavolo, singhiozzo, mi dispero, sorrido, piango, ironizzo, gemo, fantastico, mi irrito, mi secco.. amo.

E continuo a salire.

Una porta, finalmente. Una piccola porta con una maniglia un po’ curiosa: la abbasso e la porta si apre in una piccola stanza poco illuminata. Al centro tre Esseri sono impegnati nello studio di quella che a me sembra una semplice carta geografica.

Li sento parlare, sottovoce, commentare; ogni tanto indicano una direttrice e solo allora mi rendo conto di come quel disegno si muova, animato di propria volontà: tutto cambia in relazione alle loro direttive, agli indirizzi forniti dai tre Esseri, come se fossero al timone di un’imbarcazione che cambia istantaneamente direzione.

Non mi hanno ancor vista. Sono nervosa, salendo quassù e vedendo ciò che fanno mi sono resa conto che potrebbe essere “colpa” loro e allora mi avvento: “Come vi siete permessi? Perché l’avete fatto? Chi vi ha dato la facoltà e soprattutto il diritto di farlo?”

Si voltano simultaneamente al mio grido.. mi guardano esterrefatti..

“Come ha fatto..” “Come è arrivata..” “Chi è..” “Perché è qui…”

Un coro indistinto di domande senza risposta, mi guardano sbalorditi e un po’ spaventati; ora capisco: sono la prima ad essere arrivata fin quassù!

“Ma come, avete già dimenticato? Barbara… quella dell’Aria Eterna… vi ricordate vero? Voi tre “Quelli del Destino” mi avevate promesso.. Aria Eterna appunto!”

“Oh ma certo!”

Silenzio non più sbigottito, ora, ma decisamente costernato.

La cosa mi innervosisce ancora di più: sono stati Loro, lo so, lo sento!

E allora mi avvento, verbalmente: “LO RIVOGLIO INDIETRO!”.

“Cosa?” “Chi?” “Come?” “Dove?” “Quando?”

Tante domande tutte insieme mi fanno perlomeno sorridere!

“Rivoglio il MIO Sandro” dico, agguerrita e pronta alla lotta.

Un “Ah….” In coro hanno capito, finalmente, si guardano, come ad essere coscienti di mantenere un grande segreto cui nessuno può essere fatto partecipe.

“Si spieghi meglio… signorina”

“Bè c’è ben poco da spiegare: salendo quassù, ho pensato e ripensato, come si può pensare ogni sera prima di addormentarsi, con la voglia di sentire un ti amo. Un ti amo molto particolare. Lo si sogna, ovviamente, non si può averlo, se non si è avuta l’accortezza di registrarselo in una segreteria. Lo sapete anche voi, in questo periodo per me sentirmi dire mille volte ti amo, forse, non sarebbe ancora abbastanza, vivo di un ti amo, ma non era questo che volevo dire…

Ho pensato e ripensato, vi dicevo, a ciò che sta accadendo nell’Aria Eterna in questo ultimo periodo. C’è stato un vero e proprio stravolgimento, un sovvertimento, moti, ribellione, cambiamento dell’orbita: E LA COLPA E’ SOLO VOSTRA… e rivoglio il MIO Sandro. Ecco, tutto qui”

“Mi dispiace, forse non comprendiamo: la prego, si spieghi meglio”.

“Bè, sapete il detto.. “Chi ben semina ben raccoglie”, io ho seminato, seminato, seminato, o almeno credevo di averlo fatto, non è che fossi in attesa di poter raccogliere, anzi, non ero cosciente di seminare “PER” avere un raccolto.

Ma è accaduto che all’improvviso sia arrivato una specie di ciclone e io mi ritrovo come se non avessi più nulla.

Salivo quelle scale e mi incavolavo con me stessa, perché consideravo che erano pensieri molto incoerenti e talvolta mi mandavo a quel paese da sola per stime così poco razionali e sensate, ma poi mi trovavo di nuovo con un singhiozzo in gola, con afflizione dell’anima, desiderio di gridare dolore e poi di nuovo mi davo della deficiente, mi dicevo che sono decisamente un’idiota, totale.

Insomma non sapevo a chi dover dare retta, se alla Barbara razionale che sempre e comunque è molto forte e positiva o se alla Barbara emotiva, che in questo momento si sente molto sotto il livello decente di perturbabilità consentito in una vita normale.

Che ve lo spiego a fare? Siete stati voi a provocare tutto questo… torno a ripetervelo: RIVOGLIO IL MIO SANDRO.”

“Ma non siamo stati noi a portarlo via, signorina mia”

“Certo che si invece!! Ci mancherebbe altro… va bene, provo a considerare con voi, anzi a ricordare. Non è che si debba andare tanto indietro nel tempo. Vi basta risalire a pochi mesi fa. C’è stato UN Sandro, il MIO Sandro, che una volta è arrivato a dire ‘Sei la mia vita’. Non c’è più ora. Non è più con me, è distante, altrove, allontanato. Io ho considerato quella frase vera solo nel momento in cui è stata detta. Vera anche solo per un secondo, non di più. Non pretendo e non ho mai preteso che fosse vera per la durata di un attimo in più del consentito. Ho ‘seminato’ amore con un secondo fine è vero: davo amore ANCHE perché ne potessi ricevere. E ne ho ricevuto tanto, così tanto quanto non sapevo potesse esistere, come non credevo possibile… poi piano piano un amore così immenso è comunque entrato a far parte della mia quotidianità.. fra alti e bassi, fra pianti e risate, fra sorrisi e avvilimenti, quell’amore è stato parte di me, del mio essere, della mia vita… Ho dimenticato tutte gli avvertimenti e le raccomandazioni che avevo fatto all’inizio, a me stessa… del tipo: avrà vita breve – non ha futuro – prenditi tutto questo amore e mettilo da parte per quanto non ci sarà più – finita la missione, addio Aria Eterna e via di questo passo… ho cominciato a credere a Sandro, quando mi diceva che era “mio”… per la durata della telefonata. Voglio che questo sia ben chiaro. Da subito. Tutto ciò in cui ho CREDUTO fortemente aveva la durata del tempo che comunque avevamo la fortuna di poter condividere. Il “dopo” non mi è mai appartenuto.

Sandro sembrava addirittura dispiaciuto quando gli ho detto che non lo sentivo “mio”, che non riuscivo a superare lo scoglio invalicabile che per me significava che mi potesse appartenere. Io, io sì che mi sentivo SUA.

Ma ci ho messo mesi per sentirlo “mio”. E mi sono fatta convincere a forza di lacrime quando mi diceva che nulla mai sarebbe potuto cambiare fra noi.

Nulla. Mai.

Parole grandi, molto più grandi di me e di lui. Ma eravamo Aria Eterna, potevo permettermi di dubitarne?

Ma quest’anno… ahi ahi ahi.. quest’anno signori miei… quest’anno mi sono trovata a dover “combattere” qualcosa che da me era lontanissimo anche solo nell’idea. Niente a che fare con Sandro, intendiamoci. Assolutamente.

Ho detto bugie per nascondere malattie & C. Ed è stata dura. Ma c’era Sandro, capite? Avevo Sandro. Anche se lui non aveva la benché minima idea di ciò che stavo passando, IO avevo Sandro. Del resto non poteva interessarmi nulla o quasi. Ripensandoci, ho superato scogli davvero molto alti. E non mi sono mai mai mai disperata. Mai. Avevo Sandro.

E credevo di poter mettere un punto e “andare a capo”. Ma così non è stato. Così non è.

Non importa, tutto si supera, tutto passa: ho Sandro, no?

E ora mi ritrovo ansiosa e ansiogena, timorosa, angosciata e irrequieta. Colpa? Non ce n’è.

Ma io sto così.

Ho Sandro, ho Sandro, ho Sandro. Una dolce nenia cui aggrapparsi ogni volta che avevo paura. Rassicurante, tranquillizzante, confortante.

Un rifugio caldo, accogliente. Dava serenità e soprattutto mi faceva dimenticare quello che stavo vivendo… un ‘ciao mozzarella fresca’ o ‘bella fica mia’ o tutti gli epiteti più mirabolanti che ha inventato per me in questi mesi volati via troppo in fretta.

Sono scivolati via, quei complimenti. Come se non fossero mai stati pronunciati. Che poi non erano elogi. Non erano convenevoli, come non è cerimonioso da parte mia digli quanto sia bello. E’ COSI’ e basta.

‘dammi tempo, abbi pazienza.. non so come dividermi… si possono amare due persone contemporaneamente?’
Non è il MIO Sandro. Non lo riconosco. Non è lui che fa queste domande. Lui è sempre stato SICURO. Sicuro di amare Arianna, come so che è. Ma di amare ANCHE me. Che razza di domande sono queste da porsi?

Tempo tempo tempo.

Passa una prima settimana, poi il dolce mio amore (comincio ad avere paura di pronunciare la parola mio) parte per una bellissima vacanza sulla neve

Parte e in quella settimana cerco di diventare invisibile. Un messaggio al giorno solo per fargli sapere che sono lì, che lo sto aspettando, che non lo dimentico (ma lui questo lo sa, ormai. Sono io che non lo so più… mi dimenticherà?.

Torna e penso di tornare alla vita. Di tornare ad avere il MIO Sandro.

Ma lui non è tornato. Non è più tornato. Me lo avete portato via, voi, invidiosi di qualcosa che nessuno può vivere.

Ve lo ricordate vero, la prima volta che gli ho detto “ho bisogno di te”, lo ricordate il sorriso compiaciuto e sbigottito, il sentirti così importante da essere NECESSARIO per me. Ora ogni volta che gli dico quanto mi manchi la sua presenza Sandro mi parla di Daniel, di come dovrei trovare “rifugio” in lui.

Quando gli dico quanto lui abbia cambiato la sottoscritta, ne è felice perché “vada come vada”… VADA COME VADA????? Mi sembra si scriva appena sopra la parola “Fine”.

Gli chiedo se mi sente invadente, lui ribadisce che “non hai battuto ciglio, quando non ti ho chiamata che due volte in una giornata”. Salvo piangere ogni volta che poggio la testa sul cuscino, piangere perché mi sento abbattuta, piangere perché mi manca, piangere per disperazione, piangere perché non è più con me, piangere e dire ogni volta che domani sarà diverso. Sono diventata di lacrima facile, sapete? VOI LO SAPETE, credo di avere in quasi due anni messo in pari per tutte le lacrime non versate in una vita, ma fino ad un mese fa c’era un alternarsi di notti in bianco e notti sorridenti: ora ogni sera ogni volta che ho occasione di pensare a noi, si aprono i rubinetti. E’ indecente, lo so. Ma non è colpa mia.

IO ERO ABITUATA A STARE CON LUI AL TELEFONO PER ORE ED ORE . Tutti i giorni.
E ogni giorno battevamo il record, il RECORD DI TUTTO.

Delle volte che facevamo l’amore, delle volte che ci scambiavamo complimenti reciproci per la gioia di dare e di ricevere, delle volte che riuscivamo a far tornare il sorriso l’uno dell’altra su un volto forse un po’ spento.

Sono triste.

C’è qualcosa che sta sfuggendomi tra le mani. Qualcosa a cui tengo, io sì, più della mia vita.

Ed ho paura, tanta paura.

E in più… non posso fare nulla, assolutamente nulla.

IO non posso fare nulla, ma voi potete.
Potete ridarmi il MIO Sandro. Quello che non avrebbe mai avuto un tono stizzito con me perché con fare un po’ canzonatorio gli chiedevo il perché di una segreteria che non c’era.

Quello che avrebbe riconosciuto nella mia voce un singhiozzo mal celato, mi avrebbe richiamato mille volte con la scusa di fare una fotocopia o mille altre stupidaggini.
Non c’è più… è andato via un pezzetto alla volta.

All’inizio non mi sono allarmata. C’è stato un cambio di ufficio, nuovo tragitto, minor
tempo passato insieme… ma poi COMUNQUE… c’era una mezz’ora che riuscivamo a ricomporre insieme…

Ma poi, gradualmente, si sono sommate tante cose e oggi, per la prima volta signori miei, non ho sentito nessun amore quando mi ha chiamato “amore” e “tesoro”. Sono un tono un po’ indulgente e caritatevole.

Non è più il MIO Sandro.

O molto più probabilmente non lo è mai stato.

E io sono qui a chiedervi qualcosa che non potrò mai avere, vero?”

MI guardano, tutti e tre. Si sono appassionati al mio racconto, hanno ricordato di quella volta che li avevo incontrati, mi avevano promesso che se fossimo riusciti a non danneggiare nessuno, avremmo avuto solo per noi l’Aria Eterna.

“Noi non abbiamo fatto nulla, signorina. Davvero. Siamo stati ad osservare, non siamo noi a muovere le redini degli altrui destini. E’ vero: inizialmente abbiamo commesso un errore, ma uno di noi si era addormentato e questo ha fatto sì che vi incontraste; trovarvi di nuovo e soprattutto ritrovare tutto ciò che avevate avuto in comune. Che addirittura ricordaste… perché era ricordo il vivere nuovamente e ritrovare un’armonia e una simbiosi che altrimenti non si potrebbero verificare in un lasso di tempo così breve… eravamo certi che non vi sareste mai e poi mai frequentati, visto il luogo in cui vi eravate conosciuti. E abbiamo messo via via mille e più ostacoli sul vostro cammino. Ma più contrarietà incontravate, più vi sentivate uniti, compenetrati nella realtà dell’altro. Sembrava che non fosse mai possibile per voi raggiungere un limite, arrivare a saturazione. Ogni volta l’uno o l’altra aggiungeva acqua per dissetarvi vicendevolmente. Alla fine ci siamo arresi. Si amano così tanto che è inverosimile che qualcosa li possa far allontanare. E da quel momento vi abbiamo persi di vista, mesi e mesi or sono. E ora lei vieni qui ad accusarci ingiustamente. Non era forse amore quello che lei ha giustamente seminato? E non ha forse ricevuto amore? Non è ricevere amore sapere che la persona che si ama è amata? Non è amore sapere che la persona che si ama… ama a sua volta?”

“Ma io lo vorrei per me quell’amore… Anche per me. Un pochino, poco poco…”

“Lei in questo momento non è abbastanza lucida… vede nero… non è imparziale né oggettiva. C’è una realtà incontestabile che è quella di due famiglie in cui si vive ogni giorno d’amore. Se lei non riesce a trovare oggi questo amore nella sua famiglia, è perché è tanto distratta da ciò che in questo momento vorrebbe ‘estorcere’ a uno da non saper gioire dell’altro. Tanto da irritarsi quando il ‘suo’ Sandro pensa che dovrebbe trovare conforto in suo marito”.

“NON L’AVEVA MAI DETTO PRIMA… figurarsi.. ma capite signori miei… cercate di capire.. quando mai Sandro ha pensato a ‘buttarmi’ letteralmente fra le braccia di Daniel? Sandro è quella stessa persona che giorni or sono leggendo lettere scritte appena pochi mesi fa si è stupito… ‘questo scrivevo?’ mi ha domandato… non si riconosceva, non sono più parte di lui, capite? Quel tronco d’albero che gli è piovuto in testa dopo appena venti giorni che mi aveva conosciuto perché per due settimane non avrebbe potuto leggere di me… non c’è più. E la disperazione quando stavo per partire questo settembre? ANCHE questo E’ l’Aria Eterna. ANCHE un po’ di dolore. ANCHE. Non solo questo, altrimenti a quest’ora saremmo tutti e due finiti al manicomio. Ed è stato Sandro, sempre lui, a dirmi e ripetermi fino allo sfinimento che se non ci fosse stato quella sofferenza, quel tormento, allora non ci sarebbe stato quell’amore così grande.”

“Su su… coraggio… non faccia così…”

Mi sono intorno, tutti e tre, compassionevoli. Indulgenti, in fondo sono l’unica ad essere giunta fin quassù.

“Cosa non farei per riavere il mio Sandro. Ma sono giù, ora. Tanto tanto giù. Per altri problemi forse, ma anche perché ho perso l’appiglio cui potevo aggrapparmi ogni volta che una quisquilia rischiava di rovinarmi la giornata. “Ho Sandro” pensavo. E tornava il sole, ogni volta. Ora il sole c’è, ma sono io a non vederlo.

Che significato ha l’avere pazienza? Per me non esiste il tempo, potrei avere “pazienza” all’infinito. Anche se diventassimo solo amici. Tutto potrei. Ma questo non vuol dire che potrei accettarlo senza soffrire. E siccome Sandro continua a ripeterlo quel “ti amo”, anche se talvolta è un po’ sbiadito, credo debba comunque sapere ciò che sto vivendo. Voi non lo credete? Devo dirglielo, devo. Fargli sapere quanto mi manca, quanto ho bisogno di lui. Quanto per me non sia cambiato nulla ma proprio nulla. Quanto sia vero oggi come ieri che lui E’ la mia vita. Ogni volta che apro gli occhi E’ il mio pensiero. Ogni sera quando mi addormento, per quanto cerchi di scacciare tanta angustia e tanta tristezza, è a lui che penso. Devo dirgli quanto mi sembri inverosimile che lui nei miei confronti possa addirittura sentirsi a disagio. Mentre io mi inginocchierei davanti a lui e mi metterei a baciarli i piedi per quanta reverenza sento nei suoi confronti. Devo dirgli quanto tutto questo mi sta facendo spegnere il sorriso e diventare ogni momento più triste. ”

“Questo sta solamente a lei” mi risponde uno dei tre “Lei è in grado di giudicare, quanto e se far sapere”

“Ma non capite? IO NON SO più! Non so più cosa sia giusto o cosa sbagliato.

Ogni volta che chiedo qualcosa mi sembra di tradire i dettami dell’Aria Eterna. Non c’è mai stato bisogno di chiedere qualcosa. Era sempre pronto a prevenire ogni mio desiderio. Anche quelli che non sapevo di desiderare. Li ha sempre anticipati, impedendomi di chiedere.

Ora chiedere, sembra quasi un ricatto. Lo vivo io come un ricatto amoroso; quando ho cercato di fargli capire il mio disagio la sua risposta è sempre stata “volevi che le cose tra me e Arianna non tornassero ad essere meravigliose?”.

Ma io non voglio questo, assolutamente. Io rivorrei solo il mio Sandro. Solo quello vorrei. E’ stato lui a giurare e spergiurare che quello che era nato tra noi non aveva relazione alcuna col suo rapporto con Arianna, che quando le cose fossero migliorate tra loro, per noi avrebbe voluto dire solo un perfezionamento.

E per me condividere con lui ciò che era a mia conoscenza non voleva dire assolutamente farlo sentire in subordine, ma arricchirlo. Dargli qualcosa in più. E non perché fossi io a goderne, no.

Credete che abbia una qualche idea di ciò che abbia significato per me inviargli quel libro? Credete forse che abbia avuto un solo pensiero per le implicazioni che ci sono dietro a quel libro? No, nessuna. Chiudere il sipario, riuscire a chiudere il sipario vuol dire non dilaniarsi. Non significa non soffrire.

Io non ho alcuna certezza o sicurezza nei suoi confronti. Sono sempre un’anima in pena che cerca garanzie sapendo di non poterne avere. Me ne ha sempre date, ancora prima che io le chiedessi.. ora non lo fa più.

E non ho nessuna forza, né per farmi coraggio né per agire. Non ho la forza neppure per aspettare. Perché non una telefonata? Perché neppure una piccola lettera? Un SMS con su scritto ti amo. Mi ama veramente? Lo sa veramente, ne è convinto? Sono diventata una certezza per lui. Sa che mi avrà comunque sempre. Ma io ho solo tanta tanta tristezza dentro di me. Non è quella tristezza che può sparire, non c’è compensazione. Nessun equilibrio.

Ho solo tanto bisogno di lui, tanto bisogno del suo amore, tanto tanto tanto bisogno di sentirmi amata da lui.

Oggi non gli dirò di questa lettera. Oggi è felice per la vittoria della Roma e questa rovinerebbe tutto, non credete anche voi? Rimarrà lì.. nella casella di posta elettronica.. sarete voi a decidere quando e se fargliela leggere. Lascio fare a voi, signori miei”.

Vado via, più sconsolata e avvilita di quando sono venuta su. Chiudo la porta e comincio a scendere le scale. Mi ritrovo immediatamente ai piani bassi: incredibile, salendo ho avuto tanto e tanto tempo per pensare, per ricordare; ero salita battagliera, pronta a combattere e dare tutto ciò che potevo. Ero cerca CERTISSIMA di poter riavere ciò che avevo avuto. Ora sono giunta al termine, sono scesa di nuovo fra i comuni mortali..

Salendo quelle scale credevo di poter riavere qualcosa che ho conosciuto, che mi ha reso più felice di quanto credevo si potesse essere, qualcosa di tanto grande da sembrare inverosimile ed incredibile. E scendendo comincio a credere di aver sognato. Un sogno lungo diciannove mesi. Diciannove mesi di un amore meraviglioso. Un lungo, lunghissimo messaggio d’amore.

Fa che non ci sia la parola fine a questo messaggio Sandrp.

Fa che tutto torni ad essere come è stato.

Fa che non sia stato solo un lungo lunghissimo sogno, ti prego.

Tua Barbara

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